La fiera
di Bologna, in buona parte dei suoi padiglioni, ospita aziende che
producono materiali da costruzione ma non dimentica l'esistenza di
quel comparto dell'edilizia che si dedica alla produzione e allo sviluppo
degli impianti di distribuzione del gas, della elettricità e dell'acqua.
La peculiarità dell'impianto idrico è quella di essere sottoposto
in esercizio a delle pressioni di un certo rilievo che ne possono
compromettere l'integrità e il funzionamento se le tubazioni e le
giunzioni tra le stesse non vengono realizzate con materiale resistente.
L'impianto si divide in due reti distinte: quella adduttrice dell'acqua,
riconoscibile per le tubazioni e i raccordi di metallo (generalmente
ottone), e quella di scarico che si avvale di tubazioni di sezione
maggiore e di materiale più leggero e incorruttibile come il PVC,
il propilene e l'ABS.
Le plastiche, mediante stampaggio ad iniezione, consentono di realizzare
una infinita gamma di accessori capaci di rispondere ai più complessi
requisiti di forma e di resistenza ed hanno sostituito, nelle canalizzazioni
degli scarichi, i metalli come il piombo facilmente deteriorabile.
Il PVC è totalmente imputrescibile, alghe batteri ed acidi (come quelli
provenienti dagli scarichi degli elettrodomestici da cucina) non corrodono
la sua superficie interna e pertanto tali tubazioni raramente vengono
sottoposte ad interventi di manutenzione o sostituzione.
I tubi e i raccordi in PVC utilizzati nei sistemi di scarico debbono
essere conformi alla normativa del settore che è regolata dall' Ente
Nazionale Italiano di Unificazione (UNI); tale conformità, sancita
dall' Art. 7 della legge 46/90 deve essere certificata dal relativo
marchio dell' Istituto Italiano dei Plastici (IIP).
I principali problemi che insorgono durante l'esercizio dell'impianto
idrico sono sostanzialmente quattro: il verificarsi di ostruzioni,
il fastidioso rumore che accompagna il movimento periodico dell'acqua,
le esalazioni di gas e, infine, le dilatazioni lineari che possono
compromettere l'integrità dell'impianto. I primi tre problemi sono
connessi alla perizia con cui l'impianto è stato messo in opera ma
la dilatazione termica dipende dalla natura del materiale con cui
sono realizzate le tubazioni.
Le dilatazioni lineari sono un problema comune a tutti gli impianti
in materiale plastico e metallico ma è bene precisare che il PVC,
agli effetti del contenimento delle dilatazioni, è il meno soggetto
a sbalzi dimensionali. Tali sbalzi sono dell'ordine di 0,07 mm ogni
metro di tubo per 1°C di gradiente termico. In pratica una tubazione
di 4 m installata a 0 °C che viene portata alla temperatura di 42
°C, subisce un allungamento di circa 12 mm (es. colonna montante).
Nel caso invece di uno scarico della cucina in cui venga riversata
dell'acqua bollente in una tubatura a temperatura ambiente (20 °C)
su una tratta di tubo di 3 m si avrà un allungamento di circa 15 mm.
La soluzione tecnica più corretta è quella di inserire nella tubazione
un giunto di dilatazione orizzontale ogni qualvolta il tratto fra
due punti fissi superi i 2-3 metri e comunque, nel collegamento di
lavatrici e lavastoviglie (diramazioni sottoposte a scarico continuo
di acque calde) alle colonne montanti, è opportuno inserire ad ogni
piano (ogni 3-4 metri) un giunto di dilatazione verticale al di sopra
della derivazione che riceve la ragnuola ed il vaso wc. In alternativa
si può utilizzare per il collegamento alla colonna direttamente una
derivazione munita di dilatatore.
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Queste
sono solo alcune delle numerose tecniche di cui è in possesso l'idraulico
il quale si avvale dei negozi di ferramenta per fornirsi della materia
prima, i tubi, ma anche degli utensili e degli accessori necessari per
svolgere correttamente il suo lavoro. L'idraulica, tuttavia, nell'edilizia
non si esaurisce qui. Oltre alla rete di distribuzione e di raccolta
delle acque esiste poi una infinità di prodotti destinati a gestire
il rapporto con le acque meteoriche. Alcune aziende del comparto edile
si sono specializzate in questo settore di mercato ed hanno messo a
punto accessori o sistemi completi per il drenaggio del suolo.
In questo caso il materiale più frequentemente usato, oltre al PVC,
è il cemento che, compresso o vibrocompresso, viene adoperato per realizzare
quelle canalizzazioni e quelle griglie di superficie in grado ad un
tempo di raccogliere l'acqua piovana e di resistere a forti sollecitazioni
meccaniche dovute al transito delle autovetture o dei mezzi di trasporto
pesanti. L'evacuazione delle acque in eccesso nel suolo può essere di
tipo puntiforme o lineare.
Nel primo caso ogni punto di raccolta dell'acqua è sifonato mediante
dei chiusini, dei pozzetti monolitici o delle griglie carrabili che
consentono minime profondità di scavo. Questo sistema viene normalmente
utilizzato in quegli ambienti con limitata profondità utile di posa,
come terrazzi, garage, ecc.L'evacuazione delle acque secondo il sistema
lineare è invece costituito da canali a filo del piano di campagna.
Questi canali formano una linea di raccolta dell'acqua particolarmente
indicata per le installazioni in zone aperte e senza limiti di profondità
di scavo.
L'evacuazione lineare consente una installazione agevolata rispetto
al metodo precedentemente descritto, necessita, infatti, di una minor
cura nella preparazione dei piani di convogliamento delle acque. I terreni
drenati con questo sistema, presentano inoltre minori discontinuità
di pendenza e sono quindi più idonei al passaggio frequente degli automezzi.
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